venerdì 8 maggio 2009

Per chi non lo sa

Premessa
Questa parte del sito è dedicata a chi non conosce questo strumento. Infatti spiegherò:
da cosa è costituito lo strumento, come lo si tiene in mano, come si fa ad emettere un suono, la diteggiatura, la respirazione, come ottenere un buon legato tra note con la stessa posizione, e la taglia dello strumento.

Da cosa è costituito lo strumento
La tromba è uno strumento antichissimo, che solo dopo varie “evoluzioni” è arrivato alla forma che tutti noi conosciamo. Ma da cosa è costituito?
Questo strumento è formato da un tubo d'ottone ripiegato più volte. La funzione dei pistoni non è quella di farti cambiare nota, ma bensì di accorciare o allungare la lunghezza dello strumento. Il cambio nota viene effettuato dalle labbra del trombettista, mentre il pistone aiuta questo processo.

Pensiamo alla posizione in cui tutti i pistoni sono a riposo, ossia non premuti. L’aria entra nel cannello, passa nella macchina ed esce subito dalla campana. Siamo nella posizione in cui il canneggio è più corto. In questa posizione possiamo emettere più di 6 note. I pistoni quindi ci aiutano nell’intonazione nella centratura della nota, ma non è come nel pianoforte dove i tasti vanno a muovere un meccanismo meccanico da cui viene prodotto il suono.

Come lo si tiene in mano (lo strumento)
Su questo aspetto, ci sono tante filosofie. Io ne ho adottata una che, secondo il mio punto di vista, è la migliore, non solo per la capacità di movimento, ma anche per la "rilassatezza" della muscolatura.
Pensiamo di tenere in ogni mano una pallina da tennis. Quello che otteniamo sono mani semi chiuse. A questo punto, senza cambiare la posizione della mani, con la sinistra prendiamo la tromba dalla macchina sul lato sinistro. I polpastrelli sono gli unici a dover toccare lo strumento. Il mignolo e l’indice (e solo loro) avranno il compito di sorreggere lo strumento, il pollice di aiutarli, l’anulare andrà a finire nell’anello della terza pompa e il medio sotto l’indice per tenerla ben salda. La mano destra avrà il mignolo nella chiave, l’anulare il medio e l’indice sui tre pistoni e il pollice sotto al cannello per tenerne l’equilibrio.
La posizione del trombettista in piedi deve essere con il busto leggermente coricato in avanti, piedi pari e leggermente divaricati in modo da scaricare il peso sui piedi. Da seduti, poniamo il sedere infondo alla sedia e la schiena a due dita dallo schienale. Tutto ciò viene fatto per aiutare lo strumentista ad essere rilassato e ad avere la possibilità di allargare al massimo la capacità toracica.

Come si fa ad emettere un suono
Sappiamo che il pianoforte per emettere una nota ha un martelletto che batte su una corda e, di conseguenza, questa vibra; nel sassofono l’aria che passa nell’imboccatura fa vibrare un’ancia; nella chitarra viene percossa un corda e questa, di conseguenza, vibra.
La tromba, come tutti i labiofoni o ottoni (corno, trombone, basso tuba) non è come gran parte delle persone pensa, uno strumento che suona soffiandoci dentro. Nei labiofoni ciò che vibra sono le labbra(questo movimento è chiamato ronzio oppure buzz). Il far passare un flusso costante attraverso le labbra socchiuse produce una vibrazione delle stesse, che pre-amplificata dal bocchino e successivamente amplificata dalla tromba ne produce il classico suono. Si pensi che, un trombettista, dovrebbe riuscire a suonare senza bocchino oppure con solo il bocchino (N.B. sono uno studente per cui i tre suoni non sono ancora perfetti).
Premendo i pistoni non andiamo altro che ad allungare o accorciare la lunghezza del nostro strumento. Non è (come spesso si crede) premendo il pistone che si passa alla nota successiva, ma è con la giusta vibrazione (e quindi con la giusta pressione e quantità d'aria) e la giusta lunghezza dello strumento che si determina il suono pulito ed intonato. Ecco perché quando noi cominciamo a suonare il pianoforte dopo una settimana riusciamo più o meno a fare una scala di Do maggiore, mentre quando ci porgiamo ad un labiofono ci impieghiamo tanto più tempo. Io, che sono stato reputato uno dei più veloci in questa fase, dopo una settimana di intenso studio riuscivo ad emettere 7 suoni che erano ben lontani dai 7 suoni della scala a cui stiamo facendo riferimento. Ci sono allievi, che anche dopo un mese, non sono in grado di emetterne 4. Con questo cosa voglio dire: riuscire a mettere in funzione la vibrazione delle labbra non sta solo nello studio ma dalla propria predisposizione fisica e da come si studia. Essendo la vibrazione un risultato di un processo fisico del nostro corpo, possiamo immedesimarci atleti.
E' impensabile che un'atleta si metta a correre se non sa camminare e respirare correttamente. Ma è importante anche che il nostro corpo cresca gradualmente. Quindi bisogna intervallare lo studio dello strumento a periodi di riposo che possono dipendere da persona a persona e far crescere la nostra muscolatura facciale un po' per volta altrimenti ci faremo solo del male. Il ruolo dell'aria per questo scopo è molto importante e il giusto flusso con la giusta morbidezza (o tensione) delle labbra determinano il bel suono. Si pensi ad una corda tesa tra i due estremi: se troppo tesa non vibrerà mai.
Per emettere un flusso costante, dobbiamo far affidamento al nostro muscolo involontario chiamato diaframma. Il diaframma, una volta incamerata aria, è in grado di farla uscire nel modo giusto. Attenzione però: il diaframma è un muscolo involontario, e quindi, per azionarlo, noi agiamo sui muscoli addominali. Ma se gli addominali o qualche altro muscolo è teso nella fase di inspirazione non saremo mai in grado di immettere aria dalla parte più bassa dei polmoni, alla più alta come è giusto che sia. Ecco che entra quindi in gioco lo stato d'animo: mai essere tesi. Esser tesi implica ad avere scarsa capacità polmonare (provate a inspirare con tutti gli addominali tesi) e ad avere la muscolatura facciale troppo tesa per l’emissione del suono (le labbra non vibrano bene).
Si ricordi che per avere un bel suono basta avere il 50% di aria e il 50% di vibrazione e teniamo presente che non è detto che debbiamo avere il bocchino posizionato al centro della bocca, ma potrebbe essere anche tutta di lato. Mio nonno suonava tutto spostato a sinistra, proprio sull’angolo della bocca, poiché lì aveva trovato la sua vibrazione, suonando piuttosto bene (durante la Seconda Guerra Mondiale diede l’attenti per ben due volte a Mussolini e per una volta al Re d’Italia).
Per riuscire ad avere il massimo autocontrollo della rilassatezza io consiglio lo Yoga, mentre per avere il massimo controllo della simbiosi strumentista-strumento consiglio lo Zen. Sono due filosofie orientali che a me hanno dato tantissimo beneficio. Nella sezione Libri e metodi si potrà trovare libri Zen, Yoga e sulla respirazione che io stesso ho letto e che trovo particolarmente interessanti.
Vi ricordo, che per riuscire nella mia ricerca del suono, non ho fatto altro che cantare, cantare e cantare. Infatti, solo continuando a cantare, cercando di ottenere il più bel canto possibile, si è in grado di capire fino in fondo e in modo assolutamente naturale tutto ciò che riguarda l'aria, il flusso e il suono.
Per capire se il canto che stiamo emettendo è un canto già ricco di armonici, non dobbiamo far altro che portare la lingua sotto al palato e cantare cercando di far uscire tutta l'aria per il naso. Lo possiamo confermare, verificando che, tappandoci il naso, l'aria non esce più. Quando il canto, chiamiamolo "di naso", sarà caldo e armonico, il canto "di gola" sarà una meraviglia.

La diteggiatura
La diteggiatura dello strumento è un argomento molto vasto che tratterò solo in parte. Si pensi che per emettere la stessa nota si possono impiegare più combinazioni dei pistoni.
Illustrerò le combinazioni che ci permetteranno di ottenere le note più pulite ed intonate possibili. Con il numero 1 intendo il pistone più vicino alla bocca, e con il 3 il pistone più lontano
Parto dalle note sotto il pentagramma con la chiave di violino, per spostarmi via via sull’acuto

FA# 1-2-3
SOL 1-3
SOL# 2-3
LA 1-2 o 3 anche se lievemente calante
SIb 1
SI 2
DO nessun pistone
DO# 1-2-3 con le due pompe fuori per tenere l’intonazione
RE 1-3 con la pompa del 3 fuori per tenere l’intonazione
MIb 2-3
MI 1-2 o 3 anche se lievemente calante
FA 1
FA# 2
SOL nessun pistone
SOL# 2-3
LA 1-2 o 3 anche se lievemente calante
SIb 1
SI 2
DO nessun pistone
DO# 1-2 o 3 anche se lievemente calante
RE 1
MIb 2
MI nessun pistone
FA 1
FA# 2
SOL nessun pistone
SOL# 2-3
LA 1-2 o 3 anche se lievemente calante
SIb 1
SI 2
DO nessun pistone


Ecco un'e-mail molto interessante arrivatami il 07 05 2005 da Pietro Meucci e inerente alla diteggiatura. Complimenti Pietro.

Caro Luca, ho scoperto ed apprezzato moltissimo il tuo sito www.latromba.it anche se sono soltanto un "umile sassofonista".
Subito dopo averlo indicato agli amici trombettisti perché ne avevo "intuito" la bellezza potenziale, mi sono messo anch'io a leggerlo con una certa attenzione; e devo dire che per me è stato veramente illuminante.
Devi sapere che mi ero sempre chiesto il mistero della vostra diteggiatura ma, per pigrizia, non ero mai andato a fondo alla cosa.
Probabilmente (anzi, sicuramente) per te è tutto chiaro da tempo, ma per me la spiegazione è stata una affascinante rivelazione, soprattutto considerando che si fonda sui più semplici elementi di fisica acustica .
Al fine di verificare se ho tutto ben compreso, ti riporto la mia interpretazione che tu, gentilmente, vorrai confermare o correggere se necessario.Dunque:

A) I pistoni quando premuti, allungando il percorso del "tubo tromba", ne abbassano la frequenza di risonanza secondo il seguente schema:
Pistone 1: scende un tono; Pistone 2: scende mezzo tono; Pistone 3: scende un tono e mezzo.
Da questo derivano le somme algebriche Pistoni 2 e 3: scende 2 toni; Pistoni 1 e 3: scende 2 toni e mezzo; Pistoni 1,2 e 3: scende 3 toni.

B) Il tubo tromba (pistoni alzati) come sappiamo dall'equazione d'onda del tubo aperto, risuona sulla fondamentale F e gli armonici N x F cosicché, tradotto in note:

F = Do (non accessibile)
2F = Do sotto i righi
3F = Sol secondo rigo (5^ della 8')
4F = Do terzo spazio (8'')
5F = Mi quarto spazio (3^ della 8'')
6F = Sol sopra i righi (5^ della 8'')
7F = non utilizzato
8F = Do sopra i righi (8''')

C) Ecco finalmente la giustificazione della diteggiatura: - partendo dalle note "caposaldo" (armonici -in neretto-) si tratta di scendere semitono per semitono utilizzando le proprietà dei pistoni dette al punto A), dunque con la seguente progressione (a scendere):
Pistone 2; Pistone 1; Pistoni 1+2; Pistoni 2+3; Pistoni 1+3; Pistoni 1+2+3
Questa è la sequenza completa che rende ragione delle posizioni nell' intervallo Do sotto i righi / Fa diesis sotto i righi, come pure nell'intervallo Sol secondo rigo / Do diesis sotto i righi.
La identica sequenza, utilizzata a partire dalle altre note caposaldo , non essendo necessaria per intero , si riduce a sottosequenze ma sempre della identica progressione.

Tutto questo discorsetto forse risulterebbe più chiaro se letto con riferimento ad un pentagramma con le varie note, posizioni etc. Purtroppo non ho uno scanner e non so come altrimenti fartelo avere; ma non avrai certo problemi (proprio tu !) ad imbastirlo da solo.
Gradirei il tuo (autorevole) parere a riguardo e, nel rinnovarti i miei vivi complimenti, ti invio un cordialissimo saluto.
Pietro Meucci - Pisa. (Tenor-sax)

Ecco il seguito, arrivatomi nella seconda e-mail, dopo che gli chiesi se potevo inserire il tutto sul sito

Caro Luca, mi fa molto piacere vedere che condividi la mia analisi sulla vostra diteggiatura; se addiritura mi chiedi di poterla inserire sul tuo sito, questo mi riempie veramente di (immeritato) orgoglio!
Certo che puoi farlo !!! E ti ringrazio.
Con l'occasione aggiungo un'altra osservazione (piccola, ma per me che sto scoprendo solo adesso queste cose ancora affascinante):
il tono e mezzo prodotto dall'abbassamento congiunto dei pistoni 1+2 lo si può ottenere (già pronto) dall'abbassamento del solo pistone 3 ; ed infatti anche tu lo specifichi alle note La sotto i righi, Mi primo rigo, La secondo spazio, Do diesis terzo spazio, La sopra i righi.
L'osservazione: "anche se leggermente calante" credo che dipenda dalla impossibilità meccanico-costruttiva di realizzare "percorsi sonori" di lunghezza perfettamente equivalente.
Ma qui mi fermo davvero perché non vorrei che, inorgoglito dalla tua approvazione del precedente, mi precipiti, ubriaco di vanità, in un baratro senza fine!!!

Ciao, Luca. Complimenti ancora e.... viva la musica e (tutti) gli strumenti (sax compresi).
Pietro Meucci - Pisa.



La respirazione
La respirazione, come detto in precedenza, è fondamentale per il trombettista.
Per sapere se respiriamo bene, proviamo a distenderci su una tavola, e cercare di dividere la respirazione in tre fasi. Nella prima cercheremo di riempire tutta la parte bassa dei polmoni e dovremmo sentire che la parte posteriore dei polmoni si avvicina alla tavola. Nella seconda riempiremo la parte bassa e media, sempre cercando di dilatare il più possibile i polmoni. Ricordo, che per riuscire bene nell’esercizio non bisogna assolutamente irrigidire i muscoli ed aver fretta. Tengo a precisare, poi, che la fase di inspirazione ed espirazione non deve essere ritmata ma bensì il più libera e sciolta possibile. L’ultima fase, è quella che porta a riempire completamente i polmoni senza alzare le spalle. Successivamente ci alziamo lentamente dal tavolo (attenzione potrebbe girarci la testa), e continuando a respirare lentamente e profondamente, nel momento più opportuno accostiamo la tromba alla bocca ed emettiamo la prima nota che capita. Quella nota sarà la più morbida, e la più piena che non abbiate mai fatto. Ricordo che, dalla fase di inspirazione a quella di emissione della nota, non ci deve essere, neanche un milli-secondo di “spazio”, poiché, se dovesse succedere, in quel tempo si creano delle micro-tensioni che ci portano ad un brutto suono. La respirazione, quindi, deve essere la più ampia possibile, per far si che il nostro diaframma abbia la possibilità di funzionare.
Ma come facciamo a regolarci sulla pressione dell’aria? La giusta pressione arriverà con lo studio di ogni singolo giorno, ricordando la ricerca del bel suono. Se infatti andiamo ad irrigidire troppo la muscolatura addominale e quindi a spingere a dismisura il diaframma, il suono risultante sarà un suono brutto e secco. L’importante è ricordare che quando noi spingeremo l’aria verso il basso, andremo in acuto, e viceversa. Dobbiamo pensare di avere la nota nello stomaco e non sulle labbra. Per sapere se stiamo usando correttamente il diaframma, basta provare a fare, legate senza interrompere il flusso dell’aria, il DO sotto al pentagramma e il SOL sul secondo rigo e poi ritornare al DO. Mentre passiamo al SOL proviamo a chinarci sulle ginocchia. Il SOL uscirà da solo poiché involontariamente abbiamo messo in funzione il muscolo diaframmatico (vedi disegno). Facendolo un paio di volte, si potrà capire bene come funzioni questo muscolo in base alle pressione dei vicini.

Il flusso deve essere il più costante possibile e la ricerca del bel suono deve essere fatta, inizialmente, su un suono il più disteso possibile. Successivamente, all’acquisto di questo suono, si potrà passare alla sua modulazione, sempre che ne sia richiesta.
Per bel suono, ricordo, che intendo un suono che abbia attacco, sostegno e chiusura uguale a tutti i suoni emessi, con una lunga proiezione, di colore scuro, caldo e pastoso.

Come ottenere un buon legato tra note con la stessa posizione
Per poter ottenere un buon legato tra note della stessa posizione, la ricetta è fare molta flessibilità. Fare flessibilità significa cambiare nota senza cambiare la posizione dei pistoni, mantenendo continuo il flusso dell'aria e senza avere gradini tra nota e nota. Si potrebbe ripetere l'esercizio presedente DO-SOL-DO, poi SI-FA#--SI e via di seguito, per tutte le posizioni. L'importante è non farlo mai da "freddo", poiché quando siamo freddi, per fare il cambio nota dobbiamo impiegare anche la muscolatura, e non solo il cambio della velocità dell'aria come deve essere. Per averne un miglior beneficio, eseguirlo lentamente, senza avere fretta di ottener subito un risultato; questo si avrà solo dopo mesi di continuo studio.
Ricordo un buon metodo grafico che ho appreso dal mio grande Maestro Braghiroli per far in modo che tra ogni nota non ci sia gradino: ad ogni nota facciamo corrispondere una posizione di un cerchio e, mentre stiamo suonando, disegniamo questo cerchio con la campana. Un cerchio non ha gradini, e quindi non ci dovranno essere gradini tra le note, ma tutta una frase che sembra non avere né inizio, né fine.

La taglia dello strumento
Quanti tipi di trombe esistono? Questa è una domanda che spesso mi viene fatta nel momento in cui si parla di tromba. Diciamo che, senza scendere nei particolari, le trombe moderne si distinguono sopratutto nella taglia, ossia nella tonalità cui fanno riferimento. Quando noi pensiamo alla tromba, senza saperlo la associamo alla tromba detta di Sib. Ma esistono trombe in Do, Re, Mib, Fa., Sol e La. A cosa servono tutte queste trombe. Ogni tromba possiede un timbro e un colore diverso ma non vuol assolutamente dire che se faccio un DO con la Sib ho la stessa pressione e difficoltà di emettere con il Do nella LA acuto (o trombino). Ogni tromba necessita di una quantità e pressione d’aria diversa per ogni nota. E non si pensi che suonare un pezzo scritto per la tromba in DO dia lo stesso effetto dello stesso pezzo suonato un tono sopra con la Sib. Un pezzo viene scritto per una determinata tromba solo per il colore del suono che questa produce. Nella sezione Galleria Multimediale potrete trovare più tipi di trombe con il rispettivo suono.
Tratto parzialmente da:
latromba.it

Gli eventi interessanti

Gli eventi interessanti
Questa pagina è dedicata a voi appassionati di musica,e sarete sempre voi a comunicarmi gli eventi interessanti da scrivere…
La pagina sarà aggiornata il giorno dopo l’ evento in questione.

Gli accessori per la tromba

Gli accessori, per le trombe, sono molteplici.
Qui di seguito ne elencherò alcuni, e, successivamente, cercherò di ampliare questa sezione con delle foto.
Scusate per il lavoro ancora incompleto.






LA SORDINA
E’ uno degli accessori più importanti per questo strumento. Permette di mutare il timbro del suono, e in alcuni casi, di modificarne l’intonazione di un tono.
Tuttavia, nell’epoca moderna, la sordina viene impiegata soprattutto per mutarne il colore(timbro) e/o per rendere una frase musicale “nascosta”(meno forte) rispetto al resto dell’orchesta.
Può essere impiegata anche per lo studio, ossia per disturbare meno i vicini di casa. A questo scopo esistono delle sordine specifiche. Ho inoltrato delle richieste per poterne parlare. Per ora vi parlerò di una di queste, la sordina Peacemaker.
La sordina é formata da un pezzo con due fori, che una volta inserito nella campana, convoglia il suono per un 90% verso un foro, e il rimanente verso l'altro. Al foro del 90%, viene applicato un tubicino in gomma con all'estremità una valvola di regolazione dell'aria, e subito dopo una speciale cuffia, molto simile a quella impiegata dai dottori per ascoltare i battiti cardiaci. Il suono viene così convogliato direttamente in cuffia e la valvola ne regola la quantità. In questo modo, il suono non viene trattato elettronicamente ma solo convogliato verso le nostre orecchie. Il suo timbro, colore e lo sforzo fisico, sono quindi molto, molto simili a quello che avremmo senza sordina.





IL PIEDISTALLO PORTA STRUMENTO
Serve appunto per posare lo strumento durante un concerto. Ne esistono di varie forme e misure; alcuni sono in grado di ripiegarsi in modo da inserirsi perfettamente nella campana dello strumento.


LO SPIROMETRO
Ha lo scopo di aiutare l’allievo ad emettere un flusso d’aria costante. E’ un tubicino di plastica rigida su cui ne è inserito uno di gomma morbida. All’interno del primo c’è una pallina, e noi con il fiato dobbiamo cercare di tenerla sempre su, sia in fase di espirazione che, capovolgendolo, nella fase di inspirazione.
Viene impiegato anche per controllare se nell'emissione di un suono c'è una buona quantità d'aria (ovviamente con il bocchino inserito nel tubicino di gomma morbida)









IL B.E.R.P.
Il B.E.R.P. ha il compito di aiutarci nello studio dello strumento. Posizionato tra il bocchino e lo strumento non permette al flusso d’aria uscente dal bocchino di entrare nello strumento, ma lo convoglia verso l’esterno.
Per avere maggiori informazioni visitate il sito http://www.berp.com


IL BOOSTER
Il booster non è altro che un accessorio che va innestato nel bocchino e ha il compito di aumentarne la massa, in modo da produrre suoni più pesanti su tutto il registro.


L’ADATTATORE
L’adattatore ha il compito di adattare l’innesto del bocchino allo strumento, in modo da avere il massimo contatto tra le due parti. Questo è utile quando il diametro della penna del bocchino non è giusto per l’innesto con il cannello dello strumento.


VARIATORE DI IMPEDENZA ED AMMETTENZA
Serve per variare il volume della tazza del bocchino. Ha il compito di aiutare l’adattamento tra trombettista e strumento.


KIT di pulizia
Il Kit di pulizia per tromba formato da una spazzolina per l’imboccatura e un filo con due spazzole per lo strumento(questi elemanti possono variare da Kit a Kit).


TUBO
Accessorio non in vendita, ma similare al tubo d’acqua usato per innaffiare il giardino di casa. Si taglia un pezzo lungo 20cm e, una volta pulito e disinfettato, lo si appoggia alla bocca e lo si usa per respirare: ci aiuta ad allargare la gola e i polmoni. Attenzione a non usare un tubo di gomma, "non perchè sia errato tecnicamente ma perchè la gomma non per uso alimentare contiene delle sostanze dette flatati che sono nocive per la salute". Informazione gentilmente concessa da Antonella de Pasquale


L' ARPETTA
Piccolo leggio che va ad innestarsi, o al posto dell’anello della terza pompa, o sul canneggio del cannello. Serve a sorreggere gli spartiti quando si sfila suonando.



I BOTTONI
I bottoni sono la parte superiore del pistone. E' infatti possibile sostituirli o perché si sono rovinati, oppure semplicemente per personalizzare il nostro strumento.


GLI APPESANTITORI
Gli appesantitori hanno lo scopo di aumentare la massa del nostro strumento, per poter produrre così suoni armonicamente più "grossi". Sono fatti come i tappi che stanno sotto il pistone, e vanno, quindi, a sostituirli. Possiamo così appesantire solo la prima pompa, la seconda o la terza o tutta la tromba.



OLIO
Lubrificante per i pistoni, che rende veloce il suo ritorno alla posizione originale(rende il movimento dei pistoni più scorrevole e veloce). Si acquista nei negozi per strumenti musicali.


GRASSO
Grasso da usare nelle pompe per fare in modo che, nel tempo, ci sia sempre la possibilità di muoverle(posticipano il bloccaggio delle pompe)Comunque le pompe si bloccano se non si fanno muovere per un po’ ti tempo,oppure perché non si ingrassano spesso). Queste possono rimanere ferme a lungo e, se impiegassimo solamente l’olio, dovremmo lubrificarle spesso.
Il grasso si dovrebbe mettere sulle pompe 1a volta al mese.



NO PRESSING SYSTEM
L’N.P.S è il risultato di anni di studio approfondito da parte del Prof. Cesare Ficcadenti. La ventennale esperienza professionale e la ricerca continua di strategie didattiche mirate al superamento delle difficoltà tecniche hanno prodotto l’ideazione di un sistema innovativo quanto rivoluzionario. L’N.P.S è un accessorio che si integra perfettamente con tutti i sistemi e metodi di studio e ne accelera la funzionalità per il raggiungimento di risultati in tempi brevissimi: i principianti come i professionisti possono finalmente fruire di un sussidio didattico ideale per la soluzione del problema fondamentale della didattica della tromba. In tutti i metodi di studio l’elemento essenziale per una corretta impostazione è il bassissimo livello di pressione del bocchino sulle labbra, a tal proposito è stato ideato l’N.P.S “No Pressing System”, un’applicazione alla tromba che favorisce il controllo della pressione che si esercita. Il No Pressing System è un cannello d’imboccatura sul quale si raccorda la pompa principale, quindi si aggancia e sostituisce quello originale della tromba. L’N.P.S è un meccanismo brevettato che consente l’accorciamento del cannello. Lo studio con questo accessorio consente di controllare la pressione esercitata sulle labbra favorendo la ricerca della colonna d’aria, dell’intonazione nonché il potenziamento della muscolatura labiale. Il sistema è applicabile a tutte le trombe e viene fornito con un cannello con un diametro di innesto della pompa principale di mm 12,88 e due adattatori a canneggi medi e larghi. IL NO PRESSING SYSTEM, premendo sulle labbra, non ferma o devia il flusso dell’aria, ma provoca un innalzamento dell’accordatura generale. E’ da sottolineare come una minima pressione sulle labbra sia fondamentale al fine di ottenere i requisiti principali per un buono studio • Corretta emissione, Bel suono, Elasticità e Resistenza. Il “No Pressing System”, sperimentato nello studio giornaliero anche da trombettisti di lunga esperienza, ha dato come risultato un potenziamento della muscolatura labiale e dell’emissione. • Potenziamento dell’emissione dell’aria L’N.P.S nello studio giornaliero aiuta a capire la quantità d’aria che realmente dobbiamo soffiare nello strumento, rimanendo con il minimo della pressione del bocchino sulle labbra. • Previene malattie La pressione che molti trombettisti esercitano verso la propria bocca è certamente nociva per la salute delle labbra e dei denti. L’N.P.S previene molti problemi di salute in cui possono incorrere i trombettisti, tra le più frequenti : “paradentiti degli incisivi” e “trauma ripetitivi alle labbra”. • Potenziamento della muscolatura labiale L’utilizzo dell’N.P.S favorisce il controllo della muscolatura labiale in relazione al soffio, sviluppando, con l’esercizio, la maschera fisiologica. • Controllo dell’intonazione Studiando con l’N.P.S avremo il perfetto controllo dell’intonazione poiché l’altezza dei nostri suoni sarà data solo dalla pressione dell’aria che soffieremo. • Ideale in tutte le fasi dello studio Dallo staccato al legato, dagli intervalli agli armonici; nello studio della tromba l’N.P.S risulta essere un sussidio utilissimo per il controllo e il superamento di tutte le difficoltà tecniche • Ideale per lo studio del registro acuto e sovracuto Mantenere il minimo della pressione del bocchino significa avere il massimo della flessibilità e un approccio esatto allo studio del registro acuto e sovracuto.
Per aver maggiori informazioni: http://www.cesareficcadenti.com/

Cos'è il conservatorio

Il CONSERVATORIO,che cos’è?
Si fa presto a dire Conservatorio, ma…cos’è un Conservatorio?
La normativa del 5 maggio 1918 lo definisce come una struttura atta all’istruzione musicale cui accedere tramite una prova d’ammissione, come d’altronde stabilito dall’articolo 33 della nostra Costituzione che attribuisce piena autonomia a tali strutture. Per decenni si è trattato di “istituti musicali”, statali e non, con una scuola media annessa per provvedere all’obbligo scolastico: gli alunni entravano scolaretti di 10 o 11 anni e ne uscivano adulti dopo 8, 9 o anche 10 anni! Ovviamente sempre che tutto andasse per il verso giusto…
Ma qualcosa da un po’ di tempo a questa parte è cambiato. Ne sanno qualcosa anche le Accademie di Belle Arti, da sempre fiere compagne in vista di un diverso riconoscimento che tardava ad arrivare: entrambe le istituzioni richiedevano infatti di poter certificare un’istruzione universitaria ai propri alunni, da sempre considerati dai più “artisti sì! ma no di certo uomini di cultura…” E venne il riconoscimento, ed essi diventarono “Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale”. Ma cosa fare degli anomali percorsi di studio che vigevano prima della riforma? Ovvio: riformarli!
La situazione che oggi si presenta agli occhi di chi vuole intraprendere questi studi musicali è infatti diversa: non più 10 o 11 anni per iniziare, bensì un diploma di scuola secondaria superiore. Non più da 6 a 10 anni di studio, ma un regolarissimo 3+2, come stabilito dalla riforma universitaria. Certo…l’ammissione non è più facile come una volta, ma richiede una certa preparazione propedeutica, non più a carico dello Stato bensì del privato, e c’è già chi alza la voce contro questa palese privatizzazione dell’istruzione musicale.
Ma una laurea è qualcosa di diverso, è qualcosa che permette a chi la consegue di avere più dignità e più sbocchi nel mondo del lavoro, qualcosa che permette al Musicista di esser un po’ più fiero del proprio ruolo e del proprio percorso, del quale sono ormai state colmate le precedenti lacune culturali tramite l’istituzione di un più vasto assortimento di materie.
E a pieno titolo possiamo oggi definirci “artisti sì, ma anche uomini di cultura!”.

Tratto da: studenti.it

Conservatorio: il corso

CONSERVATORIO: IL CORSO


In questa sezione cercherò di spiegare tutto quello che so sul Corso di Tromba che potete trovare in Conservatorio.


C O R S O T R A D I Z I O N A L E
Il Corso Tradizionale per tromba è accessibile a tutti previa un’età inferiore ai 22-25 anni. E’ anche vero però, che se c’è la disponibilità di posti questa soglia viene di gran lunga superata. Il Corso si articola in questo modo: l’ arco di 6 anni di studio, si divide in Corso Inferiore e Corso Superiore. Il Corso Inferiore si conclude al 4° anno con il Compimento Inferiore,ossia il cosiddetto, “Diplomino”. Questo è un esame a tutti gli effetti il cui programma è il seguente (Programma Ministeriale):
Programma per l’esame di compimento inferiore di Tromba
1. Esecuzione di un pezzo con accompagnamento di pianoforte scelto dal candidato fra i seguenti:
Decker : Andante e Rondò – Ed. Rahter, Lipsia.
Schroen : Sei piccoli pezzi caratteristici – Ed. Rahter, Lipsia.
Schroen : Salonstück – nn.1 e 2 – Ed. Rahter, Grosse Reichenstr 49, Amburgo.
M. Bordogni : Numeri 3 e 8 da 13 nuovi vocalizzi per soprano o tenore, Op. 8 – Ed. Ricordi (da eseguirsi nella Tromba in si b.).
2. Esecuzione di due studi, estratti a sorte, fra i seguenti:
Fuss : nn. 2, 4, 6, 7, 12, 18 (Fuss j. 18 studi) Musikalen, S. Philipp e Sohn, Berlin.
S. Peretti: nn. 2, 5, 6, 9, 10 e 20 della raccolta di studi in tutti i toni, di autori diversi (Parte seconda del metodo per tromba in si b. – Ed. Ricordi – da pag. 19 a pag. 37).
3. Lettura a prima vista e trasporto in tutti i toni di un brano.
Prova di cultura: Esecuzione di un brano colla tromba in la e trasporti adeguati.

(L’esecuzione del brano con la tromba in La si esegue tirando fuori tutte le pompe della Sib)

Il Compimento Superiore ossia il Diploma si fa al 6° anno del Conservatorio e il programma è il seguente (Programma Ministerale):

Programma per l’esame di compimento superiore (Diploma) di Tromba
1. Esecuzione di un pezzo con accompagnamento di pianoforte scelto dal candidato fra i seguenti:
L. Leisering : Concertino – Ed. E. Fischer Bremen, New York.
A. Savard : Pezzo di concorso – Ed. Evette e Schaffer, Parigi – Passage du Grand Cerf – 18 e 20.
J. Guy : Ropartz – Andante e allegro per cornetta in si b. – Ed. A. Dupont, Metzener Nancy, 7 Rue Gambetta.
Alban Forster : Concerto per trompete si b. – Ed. D. Rahter, Grosse Reichestr. 49, Amburgo.
M. Bordogni : Dai 12 nuovi vocalizzi per soprano o tenore op. 8 – Ed Ricordi – nn. 4 e 5 da eseguirsi nella tromba in si b.
2. Esecuzione di uno studio di perfezionamento estratto a sorte fra i seguenti:
C. Kopprask : (Fascicolo 2° - per cornetta in si b.) nn. 36, 39, 45, 46, 58, 59.
S. Peretti : nn. 1, 2, 3, 4, 7 e 8 dalla Raccolta di Studi di perfezionamento di autori diversi (parte seconda del metodo per tromba in si b. – Ed. Ricordi).
3. Interpretazione, previo studio di tre ore, in stanza chiusa, di un pezzo di media difficoltà assegnato dalla Commissione.
4. Lettura e trasporto a prima vista e in tutti i toni di un brano di media difficoltà assegnato dalla Commissione.
5. Prova di Cultura: Dar prova di conoscere la tecnica e costruzione della tromba, la sua storia e i metodi didattici più noti.

Si ricordi che per poter prendere il Diplomino bisogna aver superato l’esame di Teoria e Solfeggio (durata del corso 3 anni), mentre per poter dare il Diploma gli esami di Armonia (durata del corso 1 anno) e Storia della Musica (durata del corso 2 anni). Ci sono poi delle materie complementari senza esami quali sono Canto Corale per i primi anni, poi Musica da Camera e Esercitazioni Orchestrali per i seguenti. Si ricordi che per entrare in Conservatorio bisogna fare un esame ( di Ammissione) che solitamente si fa nel mese giugno/settembre con iscrizione entro aprile dell’anno in corso. Dopo 1 o massimo 2 anni di prova (tirocinio/gavetta) l’allievo viene effettivamente inserito nell’anno accademico più propenso mediante un esame detto di Conferma. Si possono fare Esami di Passaggio per poter “scavalcare degli anni” e si può chiedere il Trasferimento Interno ad un’altra classe (anche di un altro strumento se lo si desidera) oppure il trasferimento presso un altro istituto se lo si reputa opportuno. Si ricordi che la domanda di trasferimento deve essere presentata entro il 30 luglio per l’anno accademico successivo (l’anno accademico comincia a novembre). Per poter fare domanda fuori termine o ad anno iniziato lo si può fare previa autorizzazione da parte del direttore e solo nei casi in cui si intenda seguire il trasferimento del proprio insegnante oppure per avvicinamento assicurandosi di indicare nella domanda il proprio domicilio.

C O R S O S P E R I M E N T A L E
Sul Corso Sperimentale si sa ancora poco ed è per lo più coordinato dai Conservatori. E’ certo che per poter accederci bisogna avere la maggiore età ed avere la Maturità Scolastica (non ha importanza in che ramo). Si sa poi che è articolato da 3 anni + 2 anni (Laurea di primo livello e Laurea di secondo livello) e che ci sono molte più materie complementari rispetto al corso tradizionale. Bisogna tuttavia rivolgersi presso il Conservatorio più vicino per avere maggiori dettagli.

Chi sono?

Chi sono ?
Prima di tutto sono l’inventore di questo sito,poi sono un giovane trombettista(pensate un po’)di 14 anni!
Mi chiamo Aramis Gianini,vivo in Svizzera ma,per quanto concerne la musica,gli studi di essa,le compere di accessori ecc. vado in Italia!
Ho intenzione di studiare presso il conservatorio di Como o di Milano per diventare orchestrista e,magari,direttore d’orchestra.
Se avete domande per quanto concerne me e/o per quanto concerne il sito scrivetemi pure ad
aramisp@bluewin.ch
Spero che gli articoli siano abbastanza esaurienti,espliciti,interessanti…insomma,spero che il sito vi tenga”incollati allo schermo” e che,soprattutto,vi faccia in qualche maniera innamorare della musica!!!
Se avete dei problemi segnalatemeli oppure se ci sono eventi che vi interessano scrivetemi e li scriverò prontamente sulla pagina”Gli eventi interessanti”!

Cenni storici

La tromba dalle sue origini all'attuale sua costruzione.

Sulle origini della tromba gli storici, pur mancando di dati precisi e procedendo di conseguenza per intuizioni, sono tuttavia concordi nel ritenerle antichissime. La Bibbia parla di trombe d'argento, conosciute sotto il nome di Chatzozerà fatte costruire da Mosè per servizi religiosi, e dei riti ai quali, durante il Regno di Salomone, partecipavano 120 sacerdoti suonatori di tromba. Ma più che la leggenda, ciò che fa ritenere la tromba strumento antichissimo, è la semplicità primitiva della sua costruzione, consistente in un tubo metallico di varie dimensioni secondo le tonalità nelle quali veniva costruito, nel qual tubo l'estremità inferiore si allargava a forma di campana - spesso foggiata a testa di animale - mentre l'estremità superiore terminava con un bocchino.

Le prime trombe diritte od a squillo, come comunemente venivano chiamate, erano di bronzo e faticosissime a suonarsi e per agevolare la funzione dei muscoli facciali, i suonatori sì applicavano un apparecchio di cuoio (Capistrum) al viso. La tromba in Egitto, donde venne importata, era di rame, d' argento o di corno d’ariete, e solo più tardi, nel Medio Evo, si usò 1' Oricalco, lega speciale corrispondente all'ottone: donde il nome di Oricalchi agli strumenti metallici a bocchino. Secondo le forme diverse che le venivano date, la tromba mutava timbro e nome; così, oltre alla citata Chatzozerà, costituita d'un tubo diritto e conico lungo un cubito, si ebbero lo Shofar il Keren ed il Keras, tutti e tre dalla forma di corno di bue, e la Salpinx, dal timbro chiaro e squillante, della quale i Greci si servivano in guerra e negli spettacoli delle Olimpiadi. Presso i Romani, oltre la Buccina o Tuba Curva fatta a spirale, e il Cornus a forma di conca marina, o di corno di bue, troviamo la Tuba usata dalla fanteria, identica alla Salpinx Greca, lunga un metro e mezzo, nonché il Lituus, di cui invece si serviva la cavalleria, dalla campana rivolta verso il viso del suonatore e dal suono molto più acuto della Tuba.

Dalla Buccina, tagliata nelle tonalita' più basse della tromba, il Reimann fa derivare il nome tedesco al Trombone Posaune da Busaun, come veniva chiamata la buccina nel XVI Secolo.

Altre forme e denominazioni si ebbero del primitivo strumento. Ricorderemo soltanto i Clarini del Sec. XVI che durarono sino al Secolo XVIII.

Gli antichi popoli si valsero della tromba per l'esaltazione religiosa degli spiriti, più che a scopi bellici; i Romani invece la utilizzarono sopratutto nelle guerre per la sonorità squillante del suo timbro.

Dalla tromba ricurva, ai ritorti ed alla pompa dell' Halternhorf

Ma la costruzione primitiva dello strumento offriva gravi inconvenienti. S'impose la necessità di ripiegare il tubo di cui era formata e la Tromba diritta fu sostituita da quella che prese le denominazioni di Tromba Storta, Corta, Doppia o Ricurva, di cui gli storici assicurano l'esistenza anteriormente al 1500.

La tromba a squillo, era generalmente tagliata in Sol e mediante l'applicazione dei Ritorti veniva ridotta verso il grave, in Fa, in Mi, in Mib, in Re, in Do, in Sib e in La. Si ottenevano in oltre altre tonalità intermedie con spostamenti di semitoni a mezzo di puntine scalate - specie di cannellini metallici – che servivano pure alla semplice accordatura degli strumenti per I' esecuzione della musica d' assieme, finché tali puntine vennero sostituite nel 1780 con una pompa che l’Halternhof, aveva applicato con successo al corno 20 anni prima.

Dalla Tromba a squillo, naturalmente, non si potevano ottenere che i suoni armonici e cioè: la fondamentale corrispondente alla nota nella quale era tagliato lo strumento, l' ottava della fondamentale, la quinta dell’ottava, la seconda ottava, la terza, la quinta e la settima minore della seconda ottava, la terza ottava, ed alcune note in scala diatonica.

Dalla tromba a coulisse alla tromba a macchina.

Ma le risorse sempre limitate della Tromba a squillo di fronte specialmente al progredire della musica strumentale, indussero lo stesso Halternhorf, verso la fine del Secolo XVIII, a costruire delle trombe a tiro colla pompa a coulisse già applicata con successo al Trombone; il tentativo però non ebbe fortuna; e nella stessa Inghilterra, ove maggiormente visse, si può ritenere ormai scomparsa.

Si iniziò allora la ricerca affannosa per giungere ad una risoluzione dell' assillante problema, di dotare cioè la Tromba della scala cromatica. E, dalle cinque o sei chiavi funzionanti su altrettanti fori, mediante leve come nei clarinetti e nei flauti, dell' austriaco Weidinger e dell' inglese Halliday, e all'incastro a molle successivamente applicata alla tromba dal francese Legrain, si giunse ai pistoni inventati da Bluhmel ed applicati al corno per la prima volta dallo Stôlzel nel 1813. Tale invenzione consiste in tre pezzi di prolungamento (chiamati pompe) comunicanti col tubo principale, a mezzo dei pistoni funzionanti da valvole, e della pompa generale che è parte intrinseca del tubo principale, perciò del tutto indipendente dai pistoni. Tanto le tre pompe quanto i tre pistoni, si distinguono colla progressione numerica di 1 - 2 e 3. Dall'effetto parziale di quest'ultimi si ottiene l'abbassamento delle tonalità nella quale l’istrumento è tagliato, nella misura seguente: di mezzo tono col pistone più corto, posto in mezzo agli altri due e distinto dal numero 2; di un tono col pistone N.0 i; di un tono e mezzo col pistone N.0 3; di due toni abbassando contemporaneamente il 2 ed il 3, di due toni e meno abbassando l’1 ed il 3 di tre toni abbassando tutti e tre i pistoni insieme.

Nè qui ha fine la ricerca veramente febbrile da parte degli studiosi; per raggiungere il maggior perfezionamento possibile. Nel 1829 infatti, il fabbricante viennese Riedl inventò i doppi pistoni, applicandone cioè due per ogni pompa, funzionanti a mezzo di leve che rimanevano fisse come i pedali dell'Arpa, per cambiare istantaneamente di tonalità. Il nuovo congegno venne però presto sostituito dallo stesso Riedl coi cilindri o rotelle, messe in funzione anch' esse a mezzo di leve e di ben poco dissimili dal meccanismo che si applica ancor oggi agli strumenti d' ottone. Da tale meccanismo l'antica tromba a squillo prese il nome di tromba a macchina.

Il fabbricante Adolfo Sax, portò a sei il numero dei pistoni (chiamato sistema degli strumenti a sei pistoni indipendenti) allo scopo di rendere migliore l' intonazione, specialmente delle note che richiedono l'impiego simultaneo di due e tre pistoni, ma l' innovazione non ebbe fortuna. Per il complicato suo meccanismo essa rendeva più che mai disagevole il maneggio degli strumenti e venne perciò ben presto abbandonata.

In seguito ai tentativi più o meno fortunati a cui abbiamo accennato, la Tromba a macchina del Riedl conserva dunque a tutt' oggi il campo incontrastato. La tromba a pistoni è usatissima in Francia specialmente e va sempre più diffondendosi anche in Italia. Ed è bene che ciò sia, poiché la più diretta e pronta comunicazione dei tubi addizionali col tubo principale ottenuta dai pistoni in confronto dei cilindri, riesce di sensibile giovamento al timbro e all' intonazione; a proposito della quale sarà utile aggiungere, che colla recente applicazione di un meccanismo semplicissimo alla pompa generale od alla pompa corrispondente al 10 pistone, l' esecutore potrà agevolmente correggere l'intonazione delle note difettose che col labbro soltanto non si riuscirebbe a correggere.

L’ impiego della tromba in orchestra.

La tromba a squillo venne introdotta per la prima volta in orchestra nel 1607 da Claudio Monteverde e precisamente nell' Orfeo, coll'indicazione in partitura di Clarini. Haendel e Bach sottoposero questo strumento a difficoltà notevoli, impiegandolo anche nella terza ottava; ciò che ha fatto sorgere il dubbio che si trattasse di trombe diverse dalle normali o di Clarinetti, tant' è che Mozar modificò molti passi nella musica di detti autori e sostituì le trombe con Oboi e Clarinetti.

Ma sino all' inizio del secolo XIX, la funzione della tromba e degli ottoni in genere in orchestra ebbe limiti assai modesti. Quando non erano completamente esclusi, questi strumenti figuravano in orchestra soltanto nei ripieni; e cominciarono a godere di qualche considerazione, con Beethoven, Weber e Rossini che ne utilizzarono meglio le risorse e soltanto lo strumentale moderno diede loro la maggiore e doverosa importanza.

Ma se i congegni introdotti nella tromba e più ancora la sua costruzione radicalmente mutata hanno potuto raddolcire il suo timbro da permettere d'esprimere anche sensazioni mistiche e sentimentali, tuttavia la sua caratteristica originale sta sempre nella sonorità potente e squillante, per cui si presta in modo superlativo in ogni manifestazione guerresca e nelle apoteosi trionfali.

Tratto da:

Peretti "Nuova Scuola d'Insegnamento della tromba in Sib (cornetta) e congeneri" parte 1 della casa editrice Ricordi.